Archivio mensile:febbraio 2014
Il Falco
Su nel cielo azzurro
in una primaveril giornata
di Febbraio
tra i grigi nuvoli e le fronde
vidi le brune piume di un uccello
che sbatteva l’ale come d’altronde
non potrebbe fare un monello.
–
Era il falco.
–
Falco io dico che non so
niente di ali, niente di piume,
niente di voli né di suoni.
Ma so che era un falco
che il Signore l’ha fatto
svolazzante e bello
e bruno
e dignitoso più del merlo
–
Non son scienziato in fondo
e non pretendo
di insegnar a discerner cero
e cedro
nessun altro lo vide e non può dire
“falco non era”
perciò ignorante rimango ma alemeno
ho volato sulle colline e sui boschi
e tra gli alti monti
fin sopra il deserto
e vicino ai ghiacciai sui vulcani
con il falco.
–
Anche falco non fosse
con lui son partito
e so che il cielo è bello
e che bella è la terra d’altronde
da lassù il male è sì piccino
e nessuno spaventa più, così affondato
in un mare di bellezza.
I vent’anni dell’educatore
“Ho vent’anni.
Sai, tutti dicono che a quest’età non bisognerebbe pensarci, che dovremmo “goderci il momento”, goderci i nostri vent’anni.
Ma cosa sono i nostri vent’anni?
Non sono molti, guardo dietro di me e non c’è molto, sto qui a meravigliarmi di come le cose siano diventate più facili, di come il mio corpo sia più forte, la mia mente più agile, il mio spirito più pronto di quand’ero un ragazzino.
Ma nel meravigliarmi di questo, nel compiacermi di questo, mi rendo conto che tutto ciò non durerà.
Ho tanti progetti, sai? Ci sono tante cose che mi piacerebbe fare, tante cose che vorrei ottenere da questo mondo, e penso di averne le forze.
Sì, ora ho le forze.
Ma per quanto ancora?
Quanto ci metterà il mio corpo ad iniziare ad indebolirmi? La mia memoria, quando inizierà a svanire? Quando tornerò debole come un ragazzino che si intimidisce con un solo sguardo di quelli “più grandi”?
Tutte le cose che vorrei fare, potrò farle? O la morte distruggerà tutto domani? Tra un paio d’anni? Tra altri vent’anni? Oppure verrà prima la vecchiaia, e anch’essa distruggerà quello che può?
Tutto questo non ha senso.
No, non ha senso avere vent’anni, come non ne aveva averne quindici. Non ha senso diventare più forti, se poi ci si indebolirà, non ha senso imparare tante cose che poi dimenticherò, non ha senso allenarsi in ogni virtù, se il mio destino è di abbassare gli occhi senza saper che dire ogni volta che mio figlio mi dirà che sbaglio e che tutto ciò che gli ho insegnato è sbagliato.
Non ha senso. Niente ha senso.
È tutta colpa della morte. Del fatto che le cose finiscono. Ma tutte le cose finiscono, e noi cosa siamo?
Sono forse diverso da questo sasso? O da questa pianta? O da quel passero? No, anche io finirò, come finiranno i miei vent’anni, come finirà il mondo. Come finisce la vita.
E se dev’esserci un senso, non può essere che nella morte. Se non c’è un senso nella morte, non c’è da nessun’altra parte, perché solo la morte c’è, che le cose esistano o non esistono, moriranno ugualmente. Se anche fossi un sogno dovrei morire, perché anche i sogni muoiono quando finiscono, basta che chi li fa smetta di sognare.
Lo capisci? La morte, è la morte… è la morte che regna in questo mondo, e a che serve costruire opere che moriranno? A che serve… Diamine, l’ho già detto!
Niente serve a nulla! Tutto finisce, e allora perché dovrei iniziare qualcosa?” Leggi il resto di questa voce
La vespa
Tristo ingannatore
re della menzogna;
vespa stercoraria che deponi
sulle più orribili spine e disgustose
la tua dolce e venefica secrezione
quel miele
di morte.
Solo tu puoi
trasformare in sterco tutto ciò che
è bello e tuttavia
far apparire attraente
il mondo in rovina.
Indichi cose che nessuno
sano di mente
troverebbe attraenti
ma se c’è qualcuno che mente
eccoci tutti a dir
lo voglio!
Ma non lo vogliamo
e non ti vogliamo
e te ne tornerai nel tuo buco
malsano
a nutrir le tue larve
di sterco.
Almeno finché non verrà
il fuoco
nei tuoi alveari
e brucerai
ieri, oggi e domani.