I cristiani non possono essere persone per bene.
O, per lo meno, penso che se una di queste “persone per bene” si ritrovasse, contingentemente, a dirsi cristiana, dovrebbe iniziare a porsi qualche domanda.
I cristiani, infatti, sono tali in quanto coscienti di una verità, molto semplice: sono cattivi, i cristiani sono quelli che sanno di essere nati cattivi, e di rischiare di tornare sotto tale cattività (sempre che se ne siano liberati almeno una volta) in ogni momento.
Notate: ho scritto cattività, non cattiveria, perché infatti dovreste farvi un po’ filologi, per capire cosa mi spinge a scrivere queste parole: il male non è forse ciò che combattiamo? Non è lontano dall’ideale di qualunque cristiano l’essere “cattivo”?
Certo che lo è. Eppure, se siamo cristiani è perché lo sappiamo, di essere cattivi. Captivi, prigionieri, schiavi.
E la nostra è davvero una morale degli schiavi.
Pensate che non lo sia? Ma andiamo, quale uomo libero avrebbe bisogno di qualcuno che lo liberi? Chi, tra i buoni, ha bisogno di redenzione? Prendendo proprio le parole del Vangelo: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; *io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.” Leggi il resto di questa voce →