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Ma il male non si combatte ricordandolo

“Mai più”, queste le parole più frequenti ed emblematiche collegate ai vari momenti in cui si ricorda qualcosa di brutto, ma ha senso invocare il “mai più”? Qual è il suo significato sincero? Ci si augura che non succeda più quel singolo evento? Ci si augura che nessuno si ponga più quel fine? Ma se poi le cose succedono di nuovo senza che ce ne accorgiamo, perché magari cambiano le modalità, i nomi dei carnefici e quelli delle vittime, le idee che stanno dietro il fatto… va bene?

 

Non ho intenzione di negare ad alcuno il diritto a ricordare i torti subiti, a risentirsi anche, per chi ha osato offendere la dignità umana, ma voglio riflettere sul significato della memoria. Magari da un’ottica cristiana, anche se penso che anche quelli dell’Antica Alleanza potrebbero condividere questa prospettiva: il ricordo di Israele della schiavitù in Egitto è il ricordo di un terribile torto o un ringraziamento a Dio che lo ha condotto attraverso il deserto? Il salmista si preoccupa di parlare della sofferenza per evitare che succeda di nuovo o per consolarsi nella certezza di un Dio che si è ricordato di lui e che continuerà a farlo?

 

Il punto è che il Vangelo impone di rinunciare ad un certo genere di memoria, condanna l’odio per i carnefici: nell’immagine di Gesù crocifisso che invoca il perdono del padre per chi si riempie le mani del sangue del Figlio unigenito di Dio non c’è spazio per il risentimento, e così sarà per Santo Stefano e per tutti i martiri che hanno chiesto: “Signore, non imputar loro questo peccato”. I nomi dei martiri non ci sono stati tramandati affinché quei crimini cessino di accadere: chi si è ritrovato ad imitare Cristo in questo modo sapeva che non sarebbe stato l’ultimo come non era stato il primo, perché Gesù stesso morì in croce e perché ci è stato anticipato, ma anzi offriva il suo sangue conscio che sarebbe servito alla purificazione dei peccati altrui, oltre che alla glorificazione di Dio. Proprio come il sangue dell’Agnello ha purificato le vesti splendenti di chi ha voluto evitarlo.

Non è un caso che al martirio di Stefano assistette quello che sarebbe diventato l’Apostolo delle genti, martire a sua volta, persecutore e schiavo del peccato nel principio.

E non è un caso che la storia non abbia visto che un aumento del numero dei martiri, e che non ce ne siano mai stati tanti come oggi. Tra il silenzio degli uomini e la gloria eterna della santificazione in Cristo. Leggi il resto di questa voce

Una sirena

A S.C.

Mamma…!
È ancora buio
e tu non sei qui
non sei con me
e ti cerco
e ti chiamo
e tu non rispondi.

Volevo chiederti cos’è stato:
un tuono?
il terremoto?
forse un mostro?
Ho paura
mamma
dove sei.

Dimmi ti prego
che sto ancora sognando.
Ecco, ti sento:
tu preghi che il tuo bambino
sogni solo gli angioletti
e non abbia più paura.

Ora li vedo
e non mi fa più male.